Come attivare un piano di welfare aziendale

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La predisposizione di un piano welfare aziendale punta a soddisfare le esigenze dei dipendenti. Infatti, le aziende hanno sempre più a cuore il benessere dei propri dipendenti e mettono in campo misure sempre più moderne e agili per garantirlo. Ed è proprio grazie alla creazione di un piano di welfare aziendale che le aziende e le imprese possono offrire ai loro lavoratori tutta una serie di benefit attraverso i quali riescono a migliorare la qualità della vita, sia dal punto di vista lavorativo, sia da quello personale. Cerchiamo di spiegare cos’è il welfare, come funziona e quali sono i passaggi per attivarlo all’interno di un’azienda.

Che cosa si intende per welfare aziendale

Per welfare aziendale, letteralmente "benessere aziendale" si intende un insieme di benefit e prestazioni non monetarie erogate a favore dei dipendenti, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita e il benessere dei lavoratori e dei loro familiari. In questo modo si incrementa il potere d’acquisto delle famiglie senza aumentare il loro reddito imponibile e il peso dell’erario sul datore di lavoro.

Il welfare aziendale è uno strumento per mettere al centro le persone ma, grazie alla spinta normativa fiscale, garantisce numerosi benefici anche alle aziende.

La normativa incentiva l’uso dei “flexible benefit”, questo vuol dire che i benefici sono flessibili perché al lavoratore viene assegnato un budget di spesa e può comporre liberamente il paniere di beni e servizi che rispondono alle sue necessità. Questo comporta da un lato che l’azienda può andare incontro alle esigenze dei suoi dipendenti e che i lavoratori possono scegliere ciò che è utile per loro.

Le diverse tipologie di welfare aziendale

In base alla forma, è possibile individuare tre tipi di piani di welfare aziendale. Questi differiscono inoltre anche dal punto di vista del trattamento fiscale: welfare volontario, welfare contrattato e welfare di produttività.

  • Welfare volontario: deriva solo da un’iniziativa dell’azienda. Il datore di lavoro stabilisce gli importi da destinare alla sua attuazione, i beneficiari e quali benefit erogare. In questo caso, l’agevolazione fiscale è, in assenza di un regolamento di welfare aziendale, del 5 per mille del valore dei servizi erogati. L'azienda può dedurre integralmente i costi sostenuti per i piani di welfare sulla base di un regolamento aziendale, ancorché adottato in via unilaterale dal datore di lavoro, purché sia vincolante per tutta la durata del piano di welfare.
  • Welfare contrattuale: deriva dall’imposizione del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro oppure da contrattazioni di II livello intraprese con i sindacati. In questo caso, l’azienda stabilisce di concerto con le sigle sindacali quali devono essere i beneficiari e quali benefit introdurre in esso
  • Welfare di produttività: è il preferito dalle aziende italiane. Consiste nell’offrire dei premi sotto forma di benefit come corrispettivo di un incremento di produzione misurabile. Tale piano può essere eseguito esclusivamente in presenza di un obbligo derivante dal CCNL di riferimento o degli accordi presi in seguito a contrattazione di secondo livello aziendale e territoriale

Come attivare un piano di welfare aziendale

Integrare un piano di welfare aziendale all’interno di un’azienda non può essere fatto dall’oggi al domani. Richiede vari step e lo studio di una strategia sulla base degli obiettivi che si vuole raggiungere. Cerchiamo ora di elencare i vari passaggi da seguire per implementare un piano di welfare aziendale di successo.

Definizione degli obiettivi

La prima cosa da fare è analizzare la situazione di partenza e definire gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Questi possono essere ad esempio:

  • Rendere più attrattiva l’azienda per ricercare nuovo personale
  • Aumentare la brand reputation
  • Migliorare l’equilibrio vita-lavoro dei propri dipendenti
  • Migliorare la produttività e il coinvolgimento dei lavoratori
  • Diventare un’azienda socialmente responsabile

L’analisi preliminare deve essere fatta sia sull’azienda sia sui dipendenti. Nel primo caso per capire se la situazione contrattuale prevede già l’erogazione di alcune misure di welfare per i dipendenti. Infatti, molti CCNL di categoria obbligano le aziende che applicano questo tipo di contratti, ad offrire ai dipendenti determinate misure di welfare.

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Può inoltre presentarsi la situazione che siano già in essere contrattazioni di secondo livello o accordi sindacali che comprendano alcune misure di welfare. In questo caso l’azienda può anche decidere di perfezionare o ampliare l’offerta o la platea dei beneficiari del welfare.

L’analisi sui dipendenti serve invece per individuare i loro reali bisogni e, in questo caso, può essere utile servirsi di indagini e questionari da sottoporre ai lavoratori. Questo permette di strutturare meglio come strutturare un piano di welfare efficace.

Individuati i benefit da offrire ai propri dipendenti è utile chiedere il supporto di figure professionali esperte in modo da analizzare:

  • Costi
  • Benefici ottenibili
  • Organizzazione
  • Implementazione del piano

Creazione del piano di welfare

Sulla base dei risultati ottenuti dalle analisi sulla situazione contrattuale e dai sondaggi svolti per comprendere meglio le necessità dei dipendenti, si può passare alla creazione vera e propria del piano di welfare.

I benefici economici e i premi di risultato non sono la cosa più importante, la cosa fondamentale è prevedere un mix di servizi e benefit che siano realmente utili per ne potrà usufruire. Un buon mix può comprendere ad esempio: buoni pasto, servizi di trasporto casa-lavoro, pacchetti viaggio, convenzioni con negozi, corsi di istruzione personale e per i figli, polizze sanitarie integrative che coprano anche i familiari, ecc…

Nell’implementazione di un piano welfare, l’azienda può decidere di affidare l’incarico al proprio reparto delle risorse umane, oppure di demandare il compito ad aziende esterne, come ad esempio Beneficy, che si occupano della creazione e della gestione di piani di welfare aziendali personalizzati.

Attivazione del piano di welfare aziendale

Una volta definito il piano di welfare, è fondamentale informare i dipendenti in modo da coinvolgerli nel nuovo progetto e presentarli tutti i vari benefici. In questa fase sono da prevedere inoltre dei percorsi formativi per illustrare loro l’eventuale utilizzo di una piattaforma di welfare e permettergli di spendere il loro credito.

L’attuazione di un piano di welfare consiste quindi nell’erogazione di beni e servizi in favore dei dipendenti e, quando prevista, nel set up della piattaforma.

Monitoraggio dei risultati

Si potrebbe credere che, una volta implementato, non siano necessari altri step. Invece, per essere sicuri di offrire sempre il miglior pacchetto di benefit, è necessario monitorare costantemente quali sono i servizi più apprezzati e utilizzati. Questo permette di rimodulare le iniziative poco utilizzate, introducendone magari di nuove e aumentare il livello di soddisfazione dei lavoratori.

Limitarsi a lanciare il piano di welfare non è sufficiente se ci si vuole assicurare che questo abbia effettivamente un impatto positivo sia sui dipendenti sia sugli obiettivi prefissati.

Costi di gestione di un piano di welfare aziendale

Indicare una cifra precisa e generale per tutti sui costi di gestione di un piano di welfare non è semplice. Questo perché sono molti i fattori da tenere in considerazione. Tra questi troviamo: numero dei dipendenti, tipo e costo dei benefit da erogare, tassazione, ecc.

Affidarsi ad esperti del settore

Come abbiamo visto, sono diversi gli step da seguire per implementare un piano di welfare all’interno della propria azienda. È quindi fondamentale affidarsi a esperti del settore in modo da essere affiancati in ogni passaggio.

Beneficy è la prima piattaforma in cloud che consente a tutte le aziende di attivare con estrema facilità dei programmi di welfare aziendale per i propri dipendenti. Beneficy è una piattaforma basata su cloud ed è fruita al 100% in modalità Software-as-a-Service. Tutti i pacchetti disponibili sono senza costi di setup e senza la richiesta di versamenti anticipati. È inoltre possibile provare gratuitamente il servizio e cancellare l’iscrizione entro 14 giorni senza alcun costo.

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Matteo Paolini inizia la sua carriera da giornalista durante i primi anni dell’Università degli Studi di Verona. Consegue la Laurea Magistrale in Editoria e Giornalismo e nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti.
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