Welfare aziendale come retention di talenti

Welfare aziendale come retention di talenti

Negli ultimi due anni la pandemia da Covid 19 ha profondamente segnato la vita delle persone, con forti impatti sull’ aspetto psicologico, lavorativo ed in molti casi economico. Molte persone si sono interrogate sul senso del proprio lavoro, del proprio stile di vita e se tutto ciò fosse coerente con i propri valori, aspirazioni ed aspettative. Dal punto di vista lavorativo, in molti casi, la risposta ha prodotto un desiderio di cambiamento verso un modo di lavorare più gratificante e coerente con quella che viene definita “work life balance”. Gratificazione, benessere e tempo libero iniziano ad assumere rilevanza tanto quanto il mero aspetto economico.

Il fenomeno della perdita di personale

Sembra che negli Stati Uniti sia iniziato un nuovo fenomeno chiamato “Grandi Dimissioni”. Secondo i dati del Dipartimento del Lavoro, circa 4,3 milioni di lavoratori statunitensi hanno lasciato volontariamente il proprio lavoro dalla fine dell’emergenza pandemica. Questo è certamente favorito da un mercato del lavoro più dinamico rispetto a quello europeo, ma in Europa e anche in Italia si iniziano a vedere segnali in questa direzione.

La ripresa del mercato del lavoro, la ricerca di condizioni economiche più favorevoli e l’aspirazione ad un maggior equilibrio tra vita privata e lavorativa sono le tre ragioni principali per cui i 26-35enni sono maggiormente coinvolti nel fenomeno della migrazione lavorativa.

La retention del personale

Con l’aumento della competizione sul mercato del lavoro, le aziende devono prestare sempre più attenzione alla retention del personale. La retention del personale, ossia la capacità di un’azienda di attrarre e mantenere i propri talenti, è fondamentale per evitare di perdere preziosissime risorse umane. Garantire un ambiente di lavoro stimolante e valorizzante i talenti è la chiave per assicurare una retention efficace e per evitare costosi turnover.

Adottare politiche di employee retention è utile anche per la competitività dell’azienda: con dipendenti soddisfatti che lavorano meglio, è più facile raggiungere gli obiettivi prefissati e avere la meglio sui concorrenti. Inoltre, avere dipendenti fedeli e motivati è un vantaggio competitivo non da poco.

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Il welfare aziendale di secondo livello può diventare uno strumento fondamentale per lo sviluppo dell’engagement del dipendente. Questo tipo di welfare offre numerosi benefici ai lavoratori, come un incremento del benessere, la possibilità di alleggerire il costo del lavoro e degli incentivi fiscali e contributivi previsti dalla legislazione nazionale.

Welfare aziendale e retention talenti

Il piano di welfare aziendale può diventare una leva di successo per l’employee retention. Secondo la ricerca di Randstad, il 61% dei dipendenti in Italia valuta le aziende in base a retribuzione e benefit. Adottare un piano di welfare può quindi aiutare le aziende a trattenere i propri dipendenti.

I tipi di welfare

I piani di welfare sono una grande opportunità per i dipendenti, poiché offrono vantaggi come la possibilità di usufruire di servizi di assistenza e di tutela. Tuttavia, è importante che questi piani siano rivolti alla generalità dei dipendenti o che siano individuate categorie omogenee di lavoratori a cui destinarle. In questo modo, si può garantire che tutti i dipendenti possano beneficiare dei vantaggi legati all’utilizzo dei piani di welfare.

È possibile individuare due tipi di welfare:

  • welfare on top che prevede risorse aggiuntive rispetto a quelle destinate alla retribuzione dei dipendenti. 
  • welfare di produttività legato ai premi di produttività

Il welfare on top può fare la differenza per le aziende che vogliono offrire ai propri dipendenti un pacchetto di benefits competitivo. La possibilità di dedurre i costi del welfare aziendale fino al 5% delle spese per prestazioni di lavoro dipendente è un vantaggio non da poco, che può fare la differenza per molti dipendenti.

Il welfare di produttività può essere introdotto in azienda tramite accordo con RSU/RSA oppure aderendo ad un accordo territoriale con la possibilità di conversione in welfare del premio detassato. Questa è un’ottima opportunità per le aziende che vogliono migliorare la produttività e offrire ai propri dipendenti una migliore qualità della vita.

Come introdurre un piano di welfare aziendale

Per una efficace introduzione del welfare in azienda è importante che venga fatta un’analisi dei bisogni dei dipendenti, coinvolgendo gli stessi nella fase di analisi. In questo modo, sarà possibile individuare le politiche da adottare e le modalità di attuazione in base alle specifiche necessità.

Il welfare aziendale offre numerosi vantaggi ai dipendenti, tra cui un vantaggio fiscale. Le prestazioni di welfare aziendale coprono diversi ambiti, come la formazione, l’assistenza sanitaria e l’assistenza alla famiglia. Queste prestazioni non sono considerate reddito da lavoro dipendente e possono quindi essere erogate dall’azienda senza imporre un onere fiscale sul dipendente.

Affidarsi a esperti del settore

Come abbiamo visto, sono diversi gli aspetti che è in grado di generare un piano di welfare aziendale ben strutturato. Sono però molteplici gli aspetti da considerare per una corretta implementazione ed è per questo che è fondamentale affidarsi a esperti del settore per trovare le migliori soluzioni.

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Matteo Paolini inizia la sua carriera da giornalista durante i primi anni dell’Università degli Studi di Verona. Consegue la Laurea Magistrale in Editoria e Giornalismo e nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti.
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