Il Welfare Aziendale è il grande assente nella legge di bilancio 2022. Il Governo fa marcia indietro sui fringe benefit. E' urgente un provvedimento per innalzare a 1.000 euro la soglia di esenzione fiscale.
Con l’espressione fringe benefit si identificano genericamente beni, opere e servizi corrisposti dal datore di lavoro al dipendente in natura e sono, in alcuni casi, esclusi, in tutto o in parte, dal reddito da lavoro dipendente .
Normativamente è il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) la fonte legislativa nella quale si trova la regolazione di quello che oramai è a tutti noto come welfare aziendale benché questa espressione non si trovi in alcun dispositivo legislativo. Ancor più nello specifico, gli articoli a cui guardare sono il 51 (che concerne il reddito da lavoro dipendente) e il 100 (che regola il trattamento degli "oneri di utilità sociale").
Se si escludono le opere e i servizi aventi le finalità di cui al comma 1 dell’articolo 100 del TUIR, ovvero aventi finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto, in base all'art. 51 comma 3 del TUIR, non concorrono a formare il reddito da lavoro dipendente, i beni ceduti e i servizi prestati il cui valore non superi complessivamente nel periodo d’imposta euro 258,23. Se il predetto valore è superiore al citato limite, lo stesso concorre interamente a formare il reddito.
Questo valore fu così definito dal legislatore nell'ormai lontano 1986, quando gli Italiani utilizzavano per i pagamenti la Lira. Infatti, l'importo indicato nell'articolo 51 comma 3 del TUIR corrisponde alle vecchie 500.000 Lire.
Nel 2020, il Governo Conte, con il D.L. 14 agosto 2020 n. 104, nell’ambito delle misure prese ai fini di contrastare gli effetti negativi della pandemia, ha portato a 516,46 euro la soglia di esenzione fiscale dei fringe benefit, per il periodo d’imposta 2020. Molta enfasi fu data a tale provvedimento che raddoppiava il limite precedente. Il raddoppio della cifra è stato poi ulteriormente prorogato a tutto il 2021 da Mario Draghi con il decreto legge 22 marzo 2021 n. 41.
Se ben andiamo a vedere, in realtà questi provvedimenti sono stati ben poca cosa se consideriamo che 500.000 Lire, ovvero 258,23 Euro, attualizzati al 2021, prendendo come riferimento l'indice ISTAT dei prezzi al consumo per famiglie operai e impiegati dal Gennaio 1986 al Dicembre 2021, corrispondono agli odierni 653,84 Euro.
Welfare aziendale, il grande assente nella legge di bilancio 2022
Sebbene quindi il limite di 258,23 euro appaia ormai palesemente anacronistico, il governo Draghi, nonostante le numerose richieste provenienti da esponenti sia della maggioranza di governo che dell'opposizione, non ha ritenuto opportuno inserire nella legge di bilancio 2022 un provvedimento che almeno rendesse strutturale l'incremento a 516,46 euro della soglia di esenzione.
Grande delusione ha provocato tale decisione, che rimarca la lontananza dei Ministri e del Capo del Governo dal mondo reale.
Quello che tutti i cittadini, non solo gli operatori del settore, auspicano è che tale dimenticanza celi in realtà la volontà del Governo di intervenire al più presto in modo più deciso e strutturale, in modo da restituire ai lavoratori il potere d'acquisto perso, magari portando la soglia di esenzione fiscale almeno a 1.000 Euro, che al di là delle formule di matematica finanziaria, appaiono indubbiamente più vicini al valore reale attuale, rispetto al valore che 500.000 Lire avevano 36 anni fa quando fu emanata la norma. Senza contare che l'inflazione ha ricominciato a correre e poco o nulla è stato fatto per proteggere il potere d'acquisto dei lavoratori.
Una domanda sorge spontanea: perché, per esempio, il costo di luce e gas o i canoni di affitto degli immobili, sono adeguati automaticamente ogni anno in base agli indici ISTAT, mentre quando si tratta dei diritti dei cittadini occorre attendere 36 anni la gentile concessione del Governo per vederli adeguare al costo della vita?
Quando avete un problema e contate sulla classe politica per risolverlo, voi avete due problemi.
Albert einstein